L’albero di Natale Un Racconto di Giovanni Jorgensen

Oggi vi proponiamo una bella storia che non abbiamo scritto noi ma, è piaciuta così tanto, da volerla condividere con tutti voi. Con i nostri migliori auguri!
La Redazione di Anziani e Vita
Lo scolaro giunge a casa in mezzo al gradevole trambusto dei preparativi così divertenti che precedono il Natale. Non occorre dire che, appena entrato, gli tocca la sua parte di lavoro.
I fratellini e le sorelline conducono trionfalmente il «fratello maggiore» in sala da pranzo, dove si sta ritagliando cuori e incollando paniere.
Profondamente soddisfatto si siede tra i piccini con le forbici in mano, il vasetto della colla accanto e molti fogli di carta rossi, gialli, azzurri e verdi dinanzi a sé.
Ora egli è una persona grande e i piccini gli affidano la carta dorata, perché ne ritagli la stella di Natale.
Un sentimento singolare lo invade: il sentimento di ciò che può essere un focolare, della pace che può contenere, del calore del quale i cuori possono riempirlo, tanto che a questo punto ,non sa quello che fa.
E’ come se non avesse più desiderio di nulla a questo mondo: restar seduto là a ritagliare bricciche di Natale i suoi fratellini in un grigio crepuscolo di dicembre…
L’antivigilia di Natale passa e la vigilia giunge.
Sopra ai tetti coperti di neve rintoccano le potenti campane della cattedrale; i viandanti, macchie scure nella neve scintillante, rigano le strade in discesa che conducono alla chiesa e si salutano con un «Buon Natale! Buona festa!».
La vecchia chiesa apre le sue porte tutte grandi; i ceri ardono nell’interno, l’organo preludia, erompono i canti.
Ecco uno di quei vecchi canti, il cui ritmo pare segnato da un battito d’ala d’angelo.
Il canto tace e il vecchio pastore appare sul pulpito e comincia con la sua voce debole e tremante, che stasera è ancora più debole e tremante che mai; comincia a parlare della grande gioia che questa notte sarà data a tutti… « Vi è nato un Salvatore…, che è il Signore nostro… ».
Dopo la funzione religiosa si torna a casa dove è imbandita la cena delle grandi feste. Ma ben poco di tutte le buone cose preparate riso al latte, oca arrostita, frittelle – possono mangiare i ragazzi.
Il loro cuoricino non batte che per l’albero di Natale…
A un tratto i battenti della porta si spalancano.
Chi potrebbe dir come? I ragazzi si precipitano. A naso all’aria essi contemplano tutta la magnificenza che è loro davanti: tutte le candele di Natale si riflettono nei loro occhi scintillanti.
Allora siamo pieni di una felicità che solo l’albero di Natale può dare, quella felicità che si espande quando le candele di Natale rosa, blu e bianche rischiarano la stanza e si vede la propria ombra ingigantita nei muri.
Pare proprio che la stanza in cui si trova ‘albero di Natale non sia nemmeno più quella che si conosce così bene e, se per caso si guarda fuori della finestra, ci sembra strano che la strada tranquilla, bianca di neve, sia la stessa che si è soliti vedere.
Perché la stanza dell’albero di Natale ci fa l’effetto di un’arca dorata, la quale col suo
carico di felicità vaghi nella notte profonda e la cullino nel fiume del tempo ore che non rassomigliano ad altre.
L’attesa del Natale è trepida e dolcissima per tutti i ragazzi del mondo e mentre da noi è diffusa l’usanza di allestire il Presepio, fatto la prima volta da S. Francesco, nei paesi nordici viene più comunemente preparato l’albero di Natale.
Sia vicino ad un Presepio, come intorno ad un albero natalizio, comunque i fanciulli, nelle belle ore che precedono la Festa solenne, sono uniti nello stesso impegno, nella stessa ansia e fremono del medesimo entusiasmo.
Non ti riconosci forse, nello scolaro che, tornato a casa, aiuta i fratellini, con aria d’importanza a ritagliare la carta dorata? Certamente anche tu molte volte, rientrato dalla chiesa, hai accolto i doni natalizi con la stessa gioia esultante dei ragazzi di questo racconto, mentre il tuo animo veniva preso dalla soave dolcezza di un vivo sentimento di fede, unito al calore degli affetti più sinceri.