Come si vedono e come sono visti gli anziani dai media?
Sono tanti, in buona forma, vitali e si dedicano agli altri: un patrimonio di competenza ed esperienza al servizio della collettività. In contrapposizione a ciò in certe circostanze la figura dell’anziano sta diventando sempre meno un punto di riferimento, come era nelle società del passato, e, spesso, tale categoria sociale sembra essere relegata ai margini della società. I media tendono a privilegiare immagini di giovinezza, bellezza, efficienza e produttività, fino a renderle quasi un culto. Quando si pensa all’anzianità o alla vecchiaia, l’immagine che sovviene alla mente è generalmente quella di un uomo o di una donna non più tanto impegnati a livello sociale, tristi, spesso soli, per lo più a casa e poco attivi, a causa di problemi fisici dovuti allo scorrere degli anni. Ma qualcosa sta cambiando, l’anziano è rappresentato in modo più positivo nelle pubblicità televisive e un po’ più stereotipato in quelle presenti nei giornali; nonostante ciò, anche in quest’ultimo supporto sono state rilevate molte caratteristiche favorevoli. In entrambi i mezzi di comunicazione, infatti, la classe dei senior è attiva e connotata da emozioni positive e l’immagine generale che ne deriva potrebbe essere indice del fatto che, in realtà, l’atteggiamento della società stia mutando nei confronti dell’anzianità. Nonostante ciò, gli stereotipi e i pregiudizi riguardo all’invecchiamento permangono, anche se più tenui. Diventa però rilevante che, vedere un over 65 condurre una vita attiva non costituisce più motivo di profondo stupore, come succedeva fino a qualche anno fa, ma inizia ad entrare di diritto nella rappresentazione sociale dell’anziano. Tra poco più di un anno, nel 2015, il numero della popolazione over 65 anni coinciderà in pieno con quello della popolazione giovane, tra 15 e 34 anni, pari a circa 12 milioni e mezzo di persone.
“Tra gli aspetti che oggi caratterizzano gli stili di vita degli anziani e che contribuiscono al miglioramento delle loro condizioni di salute c’è la cura di se stessi e l’attenzione alla propria condizione psico-fisica, un’attenzione che si esprime in una serie di scelte e comportamenti nella vita quotidiana. Rispetto al 2002 sono raddoppiati gli anziani che si tengono in forma camminando o facendo attività sportiva all’aperto (praticata dal 53,9%), che prestano attenzione alla qualità biologica del cibo (31,5%) e alla salubrità della dieta quotidiana (23,2%). Circa un terzo degli anziani (30,3%) cerca di trascorrere brevi periodi di vacanza nel corso dell’anno, oltre a quelli legati alla pausa estiva. Il 14,3% frequenta abitualmente palestre e piscine. Il 9,7% si concede almeno una volta all’anno le cure termali. Il 4,4% si sottopone abitualmente a cure estetiche, con sedute di abbronzatura, massaggi per il corpo e per il viso.” (http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=120933 data ultima consultazione 8/5/2014)
Gli anziani risultano essere molto impegnati nel volontariato, diventando un pilastro dell’altruismo sociale. Anche l’occupazione sta avendo un andamento in controtendenza, è crollato il numero dei giovani occupati mentre è aumentato quello dei lavoratori con più di 55 anni (fonte Censis 2013).
Anziani e Media
Nel complesso, l’anziano è rappresentato in modo più positivo nelle pubblicità televisive e un po’ più stereotipato in quelle presenti nei giornali; nonostante ciò, anche in quest’ultimo supporto sono state rilevate molte caratteristiche favorevoli. In entrambi i mezzi di comunicazione, infatti, la classe dei senior è attiva e connotata da emozioni positive e l’immagine generale che ne deriva potrebbe essere indice del fatto che, in realtà, l’atteggiamento della società stia mutando nei confronti dell’anzianità. Bisogna considerare che nonostante tutto, alcuni stereotipi e pregiudizi riguardo all’invecchiamento permangono, anche se più tenui, in molti casi la vecchiaia viene ancora connotata come una fase della vita negativa. Nell’anziano la riduzione fisiologica di molte funzioni, la perdita di un ruolo sociale e/o professionale, l’approssimarsi della morte propria o dei congiunti dispongono verso una valutazione negativa di sé. In particolare, il sentimento di inferiorità, generato dal graduale decadimento e dalla accresciuta necessità di assistenza, può condurre ad una valutazione sovrastimata della meta finale funzionale. Quanto più l’anziano si percepisce come inattivo e debole, tanto più finirà per rinunciare al perseguimento della meta ritenuta come troppo elevata. L’esito sarà un progressivo ripiegamento su se stesso e isolamento; al contrario, una buona immagine di sé, rassicurante ed equilibrata, può favorire l’interazione con l’ambiente e la progettualità. Diventa però rilevante che, vedere un over 65 condurre una vita attiva non costituisce più motivo di profondo stupore, come succedeva fino a qualche anno fa, ma inizia ad entrare di diritto nella rappresentazione sociale dell’anziano. L’attività fisica, oltre a determinare evidenti benefici psicomotori e funzionali, è considerata uno strumento efficace nell’influenzare positivamente l’immagine di sé. Wiswell ritiene che il soggetto anziano, divenuto più attivo, migliori l’autostima e modifichi l’immagine del proprio corpo, con benefici rilevanti per le attività della vita di relazione.
Anche per quanto riguarda le trasmissioni televisive ci sono alcuni movimenti che rendono la figura dell’anziano protagonista. E’ il caso di “uomini e donne” senior dove l’attenzione viene posta ai sentimenti amorosi che ancora animano le persone over 60. Altra trasmissione è “Vecchi Bastardi”, forse un po’ irriverente dove ad “essere disturbatori ” sono gli anziani e non i giovani.
Prendete un gruppo di “vecchietti” e fateli girare per la città a prendere di mira giovani baldanzosi con scherzi imprevedibili. Cosa otteniamo? Situazioni improbabili e risate assicurate! Non solo, anche chi si presta agli scherzi vive con ironia e divertimento le circostanze che si creano.
Insomma la vecchiaia non è una malattia, ma una fase della vita, che se vissuta in salute e con ottimismo può ancora trasmettere molte emozioni e sensazioni positive.
Dunque non resta che augurarvi, buon divertimento. N.N. A&V
Ogni tanto leggere articoli positivi fa piacere, soprattutto quando si da un ottimo risalto alla voglia di fare, di fare per gli altri dei ” non più giovanissimi”
Grazie per il suo commento. E’ nel nostro spirito dare messaggi positivi e far passare il pensiero che la vecchiaia non è una malattia ma un momento della vita da affrontare serenamente.
La Redazione di Anziani & Vita