Gli anziani alla guida : sono davvero pericolosi ?
A causa dell’invecchiamento della popolazione la percentuale di anziani alla guida è destinata a crescere.
Non esistono norme speciali di circolazione stradale per i conducenti anziani, ma a causa delle loro ridotte capacità fisiche, essi devono essere particolarmente accorti quando sono alla guida.
Questi ultimi sono più pericolosi per se stessi che per gli altri. Il tasso di incidenti mortali che coinvolgono conducenti di età superiore a 75 anni è cinque volte superiore alla media per i conducenti in generale e il loro tasso di lesioni è doppio. Sono circa 3 milioni gli over 70 con la patente in Italia. Molti di questi , circa la metà , sono ancora in grado di guidare. Molti altri, circa uno su due, ha riflessi poco pronti, e circa uno su quattro ha qualche deficit di attenzione che pregiudica una guida sicura. A dirlo una ricerca presentata durante il Congresso Nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), svolto a Milano lo scorso mese di Novembre 2012. Come migliorare la loro sicurezza e ridurre il numero di vittime al volante tra gli anziani, che sono circa un migliaio ogni anno? Secondo gli esperti SIGG sarebbe opportuno scegliere criteri più rigorosi di quelli attuali per scegliere chi può rinnovare la patente. Secondo il Codice della Strada, la patente di guida va rinnovata ogni 10 anni fino ai 50 anni e, a partire dai 70 anni, ogni 5 anni, dopo gli 80 anni la valutazione va fatta ogni 2 anni. In Italia gli over 70 con patente di guida sono circa 3 milioni, nell’80 per cento dei casi uomini; stando ai dati del 2010, un conducente su tre fra quelli deceduti a causa di un incidente stradale ha più di 65 anni. Circa mille vittime all’anno, di cui il 40% ha più di 75 anni; e secondo le stime, la probabilità degli over 65 di essere coinvolti in un sinistro stradale è del 16 % superiore rispetto a quella di un adulto. “Per guidare sicuri è importante essere certi che vista e udito siano a posto, certo, ma soprattutto fare maggiore attenzione se si assumono farmaci che possono modificare in qualche modo percezioni e tempi di reazione”, ha spiegato Giuseppe Paolisso, Presidente SIGG. “I dati più recenti però indicano che forse tutto questo non basta, perché anche i piccoli deficit cognitivi possono aumentare il rischio di incidenti. Purtroppo questo aspetto è ben poco considerato e nelle visite per il rinnovo patente non esiste obbligo di valutazione dello stato cognitivo da parte di uno specialista, geriatra o neurologo o che abbia fatto corsi specialistici presso istituzioni qualificate a livello nazionale”. Lo studio presentato nel corso del Congresso è stato condotto nei primi sei mesi del 2012 da un gruppo di ricercatori delle università di Milano-Bicocca e Roma-Tor Vergata che hanno coinvolto alcune decine di pazienti in riabilitazione presso il Dipartimento di Riabilitazione della Casa di Cura Ancelle di Cremona; tutti i partecipanti sono stati sottoposti a test per la valutazione delle funzioni cognitive e dello stato funzionale, indagando le capacità di attenzione, i riflessi e il grado di autonomia nei gesti quotidiani. I medici hanno anche misurato la presenza di deficit visivi e uditivi e di disturbi del sonno, valutando inoltre il numero di farmaci assunti e l’eventuale abuso di sostanze alcoliche. I familiari sono stati quindi intervistati per avere un giudizio sulle qualità di guida dell’anziano e si è inoltre analizzata la cronologia delle multe eventualmente prese nei tre anni precedenti e i chilometri percorsi in media ogni settimana. I risultati mostrano che il 47% degli anziani aveva deficit nei riflessi e nelle funzioni esecutive e il 24% carenze nelle capacità di attenzione, Il 15% aveva deficit visivi e il 12% soffriva di disturbi del sonno, uno su dieci aveva chiari indicatori di un consumo eccessivo di alcol. Va detto che solo il 62% di loro guidava nel traffico e che uno su cinque percorreva in media meno di 40 chilometri a settimana: nella maggioranza dei casi perciò i settantenni guidatori prendono l’auto di rado e per fare tragitti brevi. Quindi sarebbe opportuno prevedere specifici test che possano dare almeno un’idea del grado di reattività dell’anziano in presenza di stimoli cognitivi eseguiti appunto da medici specialisti qualificati con esperienza in questo settore e non da un medico inesperto. Questo consentirebbe di avere una valutazione complessiva più realistica e veritiera delle condizioni del guidatore. Diventa quindi necessario, alla luce di quanto esposto fino ad ora, avere regole più inflessibili nel rinnovo della patente. Sicuramente la dotazione, ormai di serie ,nelle autovetture di nuova immatricolazione, di sistemi di sicurezza quali l’airbag e allarmi che segnalano l’avvicinarsi di ostacoli durante le manovre, possono facilitare la guida riducendone i rischi. Se si riducono i rischi, la guida non è solo una questione di autonomia, ma può garantire una maggiore qualità della vita poiché permette di avere più relazioni sociali, di partecipare ad attività culturali e ricreative che sono il presupposto di una vecchiaia partecipe e attiva. M.S. A&V
Il coraggio è spesso l’effetto di una visione poco chiara del pericolo che si affronta, o dell’ignoranza totale dello stesso pericolo.
Claude-Adrien Helvétius,