L’ernia iatale Un disturbo silente e frequente

Cos’è? È il passaggio di una parte dello stomaco (più o meno grande) che fuoriesce verso l’alto nella cavità toracica, attraverso un’apertura che si è allargata (iatus esofageo) del diaframma, che è il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale. Questo passaggio altera la funzionalità del sistema con il quale si apre e si chiude lo sfintere esofageo (la bocca dello stomaco) o cardias che, chiudendosi, mantiene all’interno dello stomaco il contenuto gastrico. Solitamente lo iato è piccolissimo ed è aderente alla parete esofageo. In alcuni soggetti se questa apertura si indebolisce o si allarga, una porzione dello stomaco, che solitamente è posto interamente sotto il diaframma, passa attraverso questa cavità. È una problematica diffusa, soprattutto dopo i 50 anni, si calcola che circa 25% delle persone ne soffra, la percentuale sale, nella popolazione over 80, quasi del 100%.

Da cosa deriva? Esistono alcuni fattori di rischio che possono determinare la presenza dell’ernia iatale. La prima è sicuramente una predisposizione individuale e anche una ereditarietà, poi possono contribuire anche:

  • L’obesità
  • L’età di 50 anni e più
  • Il sesso femminile
  • La gravidanza
  • La stitichezza, che può portare a fare sforzi eccessivi durante l’evacuazione
  • La tosse prolungata

Cosa può provocare? Il contenuto dello stomaco, che è solitamente acido, se refluisce dallo stomaco, verso l’esofago, può provocarne erosioni e ulcerazioni che determinano la cosiddetta esofagite da reflusso, con bruciori dietro lo sterno, alla gola, a volte possono essere presenti dei dolori toracici che, se non si sa di avere un’ernia iatale, possono essere scambiati per dolori cardiaci con un intenso male retrosternale che si irradia al collo, alla schiena tra le scapole. In alcuni casi il reflusso può provocare accessi di tosse stizzosa e crisi che possono essere scambiate per problemi asmatici, oppure raucedine, sensazione di peso allo stomaco (soprattutto dopo pasti abbondanti). Nei casi più gravi può essere presente disfagia, con la sensazione di difficoltà nella deglutizione del bolo alimentare, nel passaggio tra esofago e stomaco e la sensazione di avere un nodo in gola. Possono verificarsi delle crisi di tachicardia, specie notturna, che nulla hanno a che fare con problemi di natura cardiaca, ma è causata dal reflusso gastrico. Possono essere presenti dei bruciori intensi, rigurgiti acidi che possono peggiorare se ci si piega, ad esempio per allacciarsi le scarpe o se si fanno degli sforzi intensi. In base a questa descrizione i sintomi possono essere suddivisi in:

  • Sintomi digestivi
  • Sintomi cardiorespiratori
  • Sintomi generali

La gravità dei sintomi varia in base al tipo e alle dimensioni dell’ernia.

Come si riconosce? Molto spesso una piccola ernia non viene nemmeno diagnosticata, soprattutto quando non crea problemi. A volte viene diagnosticata per caso, durante altri esami richiesti per altri problemi, soprattutto quando è di piccole dimensioni. Ma se siamo in presenza di un’ernia di più grosse dimensioni, possono verificarsi:

  • Bruciori di stomaco
  • Ritorno di cibo e acidi dallo stomaco all’esofago
  • Esofagiti da reflusso
  • Dolore retrosternale
  • Tachicardia notturna

In presenza di questi sintomi, e segni clinici, è necessario poter effettuare una diagnosi attraverso l’effettuazione di alcuni esami strumentali quali una radiografia del tratto digerente con mezzo di contrasto. Ma l’esame che sicuramente dirime ogni dubbio è la esofagogastroduodenoscopia (EGDS), meglio conosciuta come gastroscopia. In questo esame viene inserito, attraverso la bocca, un fibroscopio con una telecamera che esplora lo stomaco e l’esofago mentre il paziente è lievemente sedato.

Come si cura? Sebbene sia importante anche la terapia farmacologica, soprattutto per controllare il bruciore di stomaco e il reflusso gastro esofageo, il trattamento più importante riguarda quello alimentare e quello comportamentale. Il controllo dell’alimentazione è uno dei primi trattamenti efficaci. Diventa un punto di forza e di efficacia evitare tutti quegli alimenti in grado di peggiorare il bruciore di stomaco e il reflusso, quali cibi troppo caldi, caffè, alcoolici, bevande gasate, cioccolato, latticini, cibi fritti. Per quanto concerne la terapia comportamentale una delle prime regole, se si è in sovrappeso, e cercare di perdere dei chili, è Importante fare dei pasti contenuti e leggeri, evitare di coricarsi nelle due/tre ore dopo aver mangiato, evitare di bere prima di andare a dormire. Opportuno anche alzare l’appoggio della testa di circa 20/30 cm, posizionando dei cuscini, o degli appositi supporti, sotto il materasso; quest’ultimo accorgimento serve per evitare il reflusso.

Anche se può essere molto fastidiosa, per chi ne soffre, l’ernia iatale non è considerata una condizione pericolosa, con una buona prognosi, l’importante è essere consapevoli di averla, curarla e trattarla.

NN AeV

Un’emozione nella mia vita è una cena senza bruciori di stomaco.

(Legnoso Allen)

 

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