Internet nella terza età Un’opportunità o uno svantaggio?

I progressi della medicina hanno “regalato” al nostro secolo una maggiore longevità, tanto da avere una crescente popolazione di persone anziane in ogni parte del pianeta. E se da un lato emerge la necessità di assumersi la responsabilità di accudire i cittadini più vecchi, dall’altro la società contemporanea è chiamata a riconoscere il ruolo dell’anziano che vuole essere presente e attivo, pur nell’adattamento ai cambiamenti del proprio corpo e dell’ambiente circostante, nel rispetto di ogni bisogno, psicologico, spirituale e sociale.

Nel caso specifico del nostro tempo, una sfida per gli anziani emerge dalla rivoluzione digitale, nel rapporto con i nuovi media, in particolare con internet.

È interessante confrontare alcuni dati del 2012 (Infographic) dove si evinceva che in Italia gli over 65 che utilizzavano Internet era pari al 2.3% contro il 4.9% degli Stati Uniti, con quelli rilevati dall’ISTAT nel 2020. Focalizzando l’attenzione su tutte quelle famiglie composte da sole persone con 65 anni e più, si scopre che ben il 67,4% non sa usare Internet. Questo dato pone in evidenza un problema legato alle relazioni e alla possibilità di tenersi in contatto con parenti e amici. In un periodo come quello trascorso, a causa della pandemia, il tasso di depressione e solitudine è decisamente aumentato, anche se per alcuni anziani lo stesso lockdown ha creato le condizioni per approcciarsi alla tecnologia anche solo per poter effettuare le videochiamate e poter vedere così i propri cari e gli amici. Sempre durante questo triste periodo, la tecnologia ha rappresentato una “finestra sul mondo” permettendo anche agli anziani assistiti a domicilio o in RSA di “collegarsi” con i propri parenti.

Internet si rivela certamente un valido aiuto nel reperire informazioni utili, nel facilitare i contatti e soprattutto nel condurre una vita indipendente. Diverse sono però le difficoltà che gli anziani incontrano nell’utilizzare Internet; tra le principali ci sono la mancanza di conoscenza e di accesso.

Sempre secondo l’ISTAT, sebbene gli anziani che usano il web stia crescendo, la percentuale arriva al 20% (circa 1 persona su 5) che lo utilizza occasionalmente, rispetto al 98% dei giovani tra i 16 e i 29 anni e solo il 10% del totale degli utenti della Rete ha un’età compresa tra i 65 e i 74 anni e il 2% ha più di 75 anni.

L’evoluzione della digitalizzazione permette un facile accesso alla Pubblica Amministrazione, alla richiesta di documenti, al fascicolo sanitario digitale, agli acquisti online, tutti elementi che possono generare esclusione proprio nei confronti di quella fascia di popolazione che potrebbe trarne dei benefici.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione in occasione della Giornata Internazionale degli Anziani:

«Quest’anno la Giornata internazionale delle persone anziane ha come tema l’equità digitale per tutte le età e si sofferma sulla necessità di offrire a tutti l’accesso pieno al mondo digitale e ai progressi tecnologici. Obiettivo delle Nazioni Unite è quello di raggiungere uno sviluppo sostenibile entro il 2030, cercando di colmare il divario digitale che ancora persiste tra i diversi Paesi.

Investire sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie significa promuovere la piena inclusione dei cittadini di tutte le età nella vita relazionale e culturale del Paese. Restare esclusi dalla dimensione digitale può essere per un anziano un fattore di emarginazione sociale”.

Anche se, tendenzialmente, gli over 65 iniziano a manifestare un maggiore interesse, c’è ancora molto da fare per eliminare la diffidenza che molte persone hanno nei confronti del mondo digitale e tecnologico. Alcuni fattori contribuiscono ad aumentare la sensazione di diffidenza, tra questi si evidenziano:

  • I costi, sia di gestione sia per l’acquisto di uno smartphone, al quale non ne riconoscono il valore;
  • La paura di danneggiarlo o di eliminare delle applicazioni in quanto non hanno dimestichezza con il touchscreen;
  • La durata della batteria inferiore rispetto ad un normale telefono (per alcuni anziani una percentuale di carica pari al 60%, è già da ricaricare, creando così la possibilità di rovinare la batteria stessa);
  • Gli aggiornamenti delle APP che richiedono la presenza di qualcuno che possa farlo al posto loro, creando così un senso di dipendenza che acuisce la diffidenza nel loro utilizzo;
  • La sicurezza che, a causa di una inadeguata conoscenza, alcuni anziani temono di poter cadere in truffe o di mettere a rischio la propria privacy, sia essa personale sia finanziaria.

Ciononostante, tutte queste preoccupazioni, per chi ha imparato ad usare internet e i telefonini di ultima generazione, sono svanite a fronte della consapevolezza dei vantaggi che il web rappresenta e alcune persone si sono fatti promotori nei confronti dei coetanei ancora “resistenti”.

E non parliamo solo di vantaggi pratici in quanto è ormai stato dimostrato che “essere connessi” può rappresentare anche dei benefici per la salute, in quanto utilizzare regolarmente un computer o un telefonino:

  • riduce la noia;
  • aiuta a ridurre il senso di isolamento;
  • aiuta a migliorare le capacità cognitive;
  • sviluppa nuove competenze e nuove conoscenze

Internet come siero di giovinezza, dunque, perché non stimola solo l’attenzione e la concentrazione, ma coinvolge e mantiene alta la voglia di imparare e conoscere. Neuroni e sinapsi vanno stimolati: la curiosità intellettuale è l’arma migliore, insieme alla sana alimentazione e al movimento, per contrastare l’invecchiamento cerebrale.

La vecchiaia, da sempre compagna dell’uomo, è una condizione di vita che non va valutata secondo una serie di preconcetti, ma va considerata e soprattutto “accompagnata”, perché ogni anziano desidera mantenere la propria autonomia il più a lungo possibile e merita un posto nella società.

M.S. AeV

 

Non è la specie più intelligente a sopravvivere e nemmeno quella più forte. È quella più predisposta ai cambiamenti.

Charles Darwin

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