Il Co housing Una valida alternativa al ricovero in Struttura
Cosa si intende per co housing o co abitazione? Sono dei luoghi dove gli anziani possono vivere insieme ad altri anziani, pur mantenendo la loro indipendenza, facendosi compagnia e combattendo l’isolamento e il rischio legato alla solitudine. Sono costituiti da complessi residenziali con alloggi privati, inseriti in aree verdi, con spazi comuni quali ampie cucine, lavanderie, spazi per gli ospiti, laboratori dove poter coltivare degli hobbies, palestre, piscine, Internet cafè, biblioteche, aree giochi per bambini così da poter accogliere e divertirsi con i propri nipoti, orti comuni. Ma anche bar, ristoranti, teatri e cinema, dove gli Ospiti possono trascorrere delle belle serate in compagnia.
L’ubicazione è di solito in ambito urbano, talvolta con la predilezione di aree periferiche in modo da poter coniugare i vantaggi dell’urbanità con maggiore qualità ambientale e disponibilità di spazio. Le prime esperienze sono nate nel Nord Europa, soprattutto nei paesi scandinavi, dove la cultura e l’attenzione nei confronti degli anziani, sono molto sentite, ma pian piano si stanno affermando anche in Italia, dove ci sono alcune esperienze, ad esempio in Piemonte e in Lombardia ma anche in Emilia Romagna e in Toscana. Purtroppo sono ancora poche le realtà come queste, alcuni studi hanno evidenziato che negli Stati Uniti solo una piccola percentuale della popolazione aderisce a questo stile abitativo.
Perché si sta ponendo molta attenzione a queste soluzioni abitative? Perché rappresentano una valida alternativa al ricovero in Struttura, soprattutto per chi vive solo, ma è ancora autosufficiente, consentendogli così di rimanere da solo e mantenere la sua autonomia, se vuole, pur essendo consapevole di potersi ritrovare in compagnia qualora ne senta il bisogno.
La necessità di orientare la programmazione dei servizi socioassistenziali, in questa direzione, è confermata dai dati dell’ISTAT (aprile 2020) dove lo scenario descrive una percentuale di persone anziane ultra sessantacinquenni che rappresentano circa il 24% della popolazione nazionale. Di questi quasi il 12% è composto da anziani con più di 75 anni dove il 60% è rappresentato da donne che vivono sole e solo il 29% in coppia. Ovviamente, soprattutto per le donne, vivere da sole può rappresentare anche un problema nella gestione della casa e nella sua manutenzione, il più delle volte sovradimensionata alle necessità della persona, e il co housing, o se preferiamo il termine in italiano la co abitazione, può rappresentare una valida soluzione.
I vantaggi di queste abitazioni sono sicuramente emotivi e sociali ma anche economici, senza dimenticare l’assistenza sanitaria per le persone con particolari necessità mediche. La differenza tra la co abitazione e la casa di riposo è data anche dal fatto di ritrovarsi tra persone con livelli di autonomia e autosufficienza simili, con più libertà di azione e movimento.
Le unità abitative, sebbene siano ancora un’esperienza di nicchia, possono essere sia di proprietà, di chi vi abita, sia in affitto.
Vi sono anche dei vantaggi economici dove, sebbene vi siano alcune differenze tra le varie strutture, la co abitazione può portare un risparmio che può oscillare tra un 10% e un 25% rispetto al normale costo della vita.
Sicuramente il cohousing è un nuovo percorso, che deve essere valutato, ma può essere un buon modo per mantenersi attivi e protagonisti durante la fase più matura e consapevole della nostra vita.
N.N AeV
“La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito”
Confucio
È una soluzione che mi ha sempre interessato.A Bologna esiste?
Buona sera, qualche realtà si sta sviluppando a Bologna. C’è un articolo della Gazzetta di Bologna del novembre 2020 che parla proprio di questo.
Grazie per averci scritto e continui a seguirci.
La redazione di Anziani e Vita