La frattura di femore: un evento inatteso. una difficile ma non impossibile gestione a domicilio.

Le fratture del femore rappresentano delle problematiche coinvolgenti soprattutto l’età senile.
Queste fratture non solo possono portare all’invalidità ma, anche compromettere la vita stessa dell’anziano. Grazie a nuove tecniche chirurgiche sempre più perfezionate, tali fratture possono giungere ad una consolidazione e consentire così all’anziano un reinserimento rapido sia nel contesto familiare che sociale.
Dopo una frattura se il paziente torna a domicilio ma è allettato oppure non può ancora caricare al 100% potrebbe essere utile posizionare materassino e cuscino antidecubito, questo per evitare il formarsi di piaghe da decubito. Posizionare inoltre dei rotoli di gommapiuma all’esterno dell’arto operato e all’interno mantenendo l’arto esteso, se l’assistito non è collaborante utili tutori al fine di evitare la lussazione della protesi e atteggiamenti viziati.
Posizionare un archetto al letto per evitare atteggiamento in equinismo del piede a causa del peso delle coperte.
Evitare un aumento ponderale per mantenere stabile il carico sull’arto fratturato.
Evitare movimenti di rotazione interna dell’arto operato che potrebbero causare una lussazione dell’anca.
Durante l’igiene a letto posizionare un cuscino in mezzo alle gambe e assumere la posizione laterale su lato sano per evitare di gravare troppo con il peso sulla protesi.
Il paziente può assumere la posizione seduta, in assenza di patologie collaterali, dapprima con le gambe sporgenti dal letto, successivamente, e dietro consiglio del Fisiatra/Fisioterapista  il paziente può  alzarsi ruotando dalla parte non operata (tronco, bacino e gambe) durante questa manovra un aiuto è necessario per sollevare la parte protesizzata.
A seconda del tipo di intervento e del tipo di protesi usata (se cementata o non cementata) la deambulazione può subire delle variazioni temporali che devono essere concordate e stabilite dall’Ortopedico di concerto con il Fisiatra. I tempi possono variare da un mese ad alcuni giorni.
La mobilizzazione letto-poltrona serve ad evitare la sindrome da immobilizzazione (piaghe da decubito, trombosi, ipotensione ortostatica, etc.) e la lussazione della protesi.
Il passaggio, dal letto alla carrozzina/sedia deve essere facilitato dal familiare con la collaborazione attiva del paziente. Il paziente dovrà seguire alcuni accorgimenti:

  • sedersi facendo forza sulla parte sana;
  • poggiare alla pari i glutei sulla sedia (la tendenza è quella di poggiare solo sulla parte sana alzando il fianco e così facendo, aumenta il rischio di una lussazione);
  • flettere l’anca sana coscia più ginocchio;
  • la gamba dell’arto operato dovrà assumere una posizione semi-estesa;
  • evitare la flessione e la rotazione dell’anca operata

Seduti in poltrona: mantenere le gambe lievemente divaricate; non accavallare mai le gambe; non sedersi su cuscini molli; le ginocchia non devono superare in altezza il livello delle anche. Posizionare un cuscino laterale per mantenere in asse con il ginocchio l’anca e se non è possibile utilizzare tutori articolati sempre per evitare la lussazione dell’anca.
Evitare di flettere il busto in avanti per alzarsi dalla poltrona o dalla sedia.
Durante la notte: non appoggiarsi in decubito laterale sul lato operato; porre un cuscino in mezzo alle gambe mantenendo le ginocchia leggermente flesse; non flettere il busto in avanti per rimboccarsi le coperte, non ruotare all’interno l’arto operato ( le ginocchia non devono “guardarsi”); non incrociare le gambe.
Esercizi isotonici da effettuare a letto o seduti per gli arti superiori e l’arto inferiore sano dopo l’intervento per mantenere e/o rafforzare il tono muscolare..
Posizionare la gamba operata su dei piani inclinati o cuscini dopo gli esercizi per prevenire la comparsa di edemi alle gambe.
E’ importante, attraverso la collaborazione del Medico di Base, attivare un’assistenza domiciliare fisiatrica per poter avere la collaborazione di un Fisioterapista che, oltre a tener sotto controllo il piano di mobilizzazione possa anche effettuare dei Massaggi  linfodrenanti con l’obiettivo di  ridurre l’edema agli arti inferiori dovuto alla immobilità ed ad un ridotto scarico del sistema venoso e linfatico a livello popliteo soprattutto se il paziente sta in posizione flessa antalgica dell’ arto fratturato e dei Massaggi decontratturanti e/o tonici per la presenza di contratture muscolari e di ipotrofia muscolare.
Ricordarsi che il Controllo Radiografico e la visita ortopedica vanno fatti un mese dopo l’intervento per controllare la stabilità dell’articolazione, ed eventuale inizio della deambulazione.
Deambulazione con carico parziale: Si consiglia di continuare a utilizzare le stampelle o il girello fino al controllo ambulatoriale dove si otterrà il parere favorevole dello specialista.
Salire e scendere le scale : per Salire le scale: i gradini si salgono sempre portando avanti l’arto non operato. Le stampelle vengono mantenute sul gradino inferiore fino a che anche l’arto operato non sia salito sul gradino. Scendere le scale: si scendono i gradini portando avanti sempre l’arto operato. Le stampelle vengono posizionate sul gradino inferiore, si porta avanti prima l’arto operato e poi quello sano.
Una delle più frequenti complicanze a seguito dell’intervento è l’ipotensione ortostatica che si presenta spesso, in particolare durante le manovre di mobilizzazione per raggiungere la stazione eretta.  Altra complicanza da non sottovalutare è il rischio trombosi.
Solo nel 2% dei pazienti si ha infezione dell’articolazione o della ferita chirurgica per questo motivo vengono somministrati antibiotici per evitare appunto l’instaurarsi di un’infezione ed è necessario controllare e medicare giornalmente la ferita chirurgica.
La polmonite è un rischio che si può presentare dopo un importante intervento chirurgico. Per avere i polmoni liberi da ogni congestione, verranno insegnati ai pazienti una serie di esercizi respiratori.
Le persone che presentano scompensi a livello cardio-respiratorio possono seguire comunque un piano di gestione e riabilitazione della frattura di femore, rispettando i tempi e le modalità personali di risposta al compito richiesto.

È importante, sia per il paziente sia per la famiglia, che la fase della riabilitazione sia “presidiata” e supportata a domicilio, attraverso l’aiuto di professionisti che, oltre ad avere una visione globale della situazione, possono effettuare interventi di educazione terapeutica.  N.N. A&V

La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, bensì nel rialzarci ogni volta che cadiamo.     Confucio

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6 Responses

  1. Avatar Deambulatore ha detto:

    Un articolo molto interessante e ben sviluppato. Letto volentieri soprattutto per le dritte che date sul post intervento al femore e la sindrome da immobilizzazione.
    Grazie per questo articolo di approfondimento!
    Eleonora

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      La ringraziamo moltissimo per il suo commento e per la sua attenzione e siamo a disposizione se avesse bisogno di ulteriori approfondimenti.
      Grazie e a presto,
      La Redazione di Anziani & Vita

  2. Avatar Gaetano Chiera ha detto:

    Finalmente un trattato per tutte le persone.Grazie,molto bravi

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Grazie a lei Sig. Gaetano per il suo apprezzamento che ci fa sicuramente molto piacere invogliandoci a proseguire. Questo è il nostro obiettivo. Continui a seguirci.
      Un caro saluto,
      la Redazione di Anziani & Vita

  3. Avatar Andadores ha detto:

    Un’ottima informazione sulle fratture del femore. Grazie per i dettagli sul recupero.
    Continua così!

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Ci scusiamo per il ritardo nella risposta causata da problemi informatici. La ringraziamo per l’attenzione.
      La Redazione di Anziani e Vita

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