Anziano o vecchio . . . ?

Quante volte capita di sentire indifferentemente questi due termini? Sono la stessa cosa? Hanno lo stesso significato? Lo scopo di  questo articolo è proprio quello di cercare di capire se lo sono. Anziano deriva, etimologicamente, dal latino medioevale antianus, derivazione di antea ossia prima, quindi appartenente ad un’epoca anteriore e significa persona di età avanzata in assoluto o in relazione ad altri. Vecchio deriva dal latino vetus o vetulus ed è riferito a persone,animali o cose che sono molto avanti negli anni. Per quanto riguarda le “cose” solitamente viene usato il termine “antico” che difficilmente viene associato alle persone.Nel lessico sanitario in particolar modo per quanto riguarda la medicina, al posto di vecchio viene usato il termine “geriatrico” da cui derivano sia la branca specialistica della Geriatria sia la specializzazione clinica di Geriatra entrambi deputati alla cura e all’assistenza del vecchio.Se si parla di quella fase della vita intesa come l’ultimo ciclo si usa il termine “vecchiaia” mentre “anzianità” è più riferita ad un traguardo professionale (es: anzianità di servizio).Altro termine che a volte si riscontra è Il concetto di ageismo che fu per la prima volta introdotto nel 1969 da Robert Butler, direttore del National Institute of Aging, che lo ha collegato ad altre forme di discriminazione come il razzismo ed il sessismo, definendolo come un processo sistematico di stereotipizzazione e discriminazione contro gli anziani o i vecchi per via della loro età.  A suo parere il fenomeno dell’ageismo è caratterizzato da tre componenti fondamentali:

  • attitudini pregiudiziali contro gli anziani;
  • azioni di discriminazione;
  • pratiche istituzionali perpetranti gli stereotipi sugli anziani.

Ad oggi questo fenomeno viene per lo più definito come qualunque forma di discriminazione contro o a favore di qualsiasi gruppo d’età ultra sessantacinquenne.

Riassumendo, possiamo dire che anziano e vecchio sono la stessa cosa? Direi di no! Basta pensare all’uso che spesso viene fatto di questi termini, uno è un concetto più rispettoso, l’anziano, l’altro è considerato più dispregiativo, il vecchio. In entrambe i casi ci si dimentica che la vecchiaia non è una malattia e che dietro alle rughe c’è un’infinita esperienza che merita di essere condivisa con chi ancora non ne ha così tanta.  N. N. A&V

“Le rughe della vecchiaia formano le più belle scritture della vita, quelle sulle quali i bambini imparano a leggere i loro sogni.”
(Marc Levy)

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2 Responses

  1. Avatar Antonio ha detto:

    Quando parlo con persone più giovani di me affermo di essere “vecchio” dal punto di vista anagrafico (ho 74 anni) perché, pur essendo stato sposato, non sono mai diventato padre e quindi nonno. Pertanto a me piace parlare con giovani e meno con “vecchi”.
    Ritengo il lemma “vecchio” una parola nobile mentre non ho simpatia per il lemma “anziano”.

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Buona sera, effettivamente esiste l’età anagrafica e l’età biologica ed è importante sentirsi a proprio agio con persone di età variegate. Io sono della scuola di pensiero che il termine “vecchio” possa essere riferito alle cose, agli oggetti, mentre per le persone mi piace usare il termine “anziano” il cui significato etimologico deriva dal latino “antianus” ovvero appartenente ad un’epoca anteriore e significa persona di età avanzata.
      Ovviamente questo è il mio pensiero e lei fa bene a circondarsi di giovani che, tra l’altro, sono un ottimo esercizio contro l’invecchiamento.
      Grazie per la sua attenzione.
      La Redazione di Anziani e Vita

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